Vi immaginate un comandante che dice ai suoi soldati “forza combattete, avanti!” senza specificare cosa c’è da conquistare? Ovviamente no.
Semmai il problema è individuare un obiettivo (e non a caso nel gergo militare si utilizza questo termine) da colpire o raggiungere.
Nello sport invece spesso sentiamo squadre o singoli agonisti darsi obiettivi generici tipo “migliorare la tecnica” oppure “avere una classifica più alta”. In alcuni casi, addirittura, si lavora senza un obiettivo, neanche abbozzato.
E invece si tratta di uno dei punti chiave della preparazione mentale in ambito sportivo. Capire bene cosa si vuole ottenere, in quanto tempo e con quale strategia accresce notevolmente le possibilità di avere successo e permette al team di avere un quadro preciso di quello che da semplice desiderio deve diventare un progetto con determinate caratteristiche.
Il problema di fondo che uno deve affrontare è sconfiggere un sistema perdente.
Una delle cose più difficili nell’allenare è far superare la sensazione
che si giocherà per perdere.
(Tom Landry)
Premessa
Prima di lavorare sulla definizione degli obiettivi è necessario fare chiarezza sulle nostre scelte e sul processo decisionale che le accompagna, perché se anche c'è la spinta motivazionale giusta per lavorare su un obiettivo ma viene a mancare il metodo oppure si sbagliano i tempi allora vanifichiamo tutti gli sforzi e le energie impiegate.
Per agevolare il lavoro, ecco un elenco di fattori che possono influire e che quindi vanno tenuti presente:
- l'importanza del compito
- il pensiero delle conseguenze positive o negative
- l'interessamento di altre persone (compagni, staff, allenatore, famiglia, amici)
- le esperienze vissute in prima persona dai giocatori
- le aspettative di successo
- la capacità di tenere sotto controllo la situazione
- la fiducia in sé e nelle proprie capacità
- l'abilità nell'affrontare e risolvere i problemi.
Solo chi conosce bene i soggetti interessati, e magari a seguito di un colloquio specifico, oppure chi ha le dovute competenze per valutare questi aspetti, può fare questa analisi di base.
Tenendo conto di quanto appena detto, ecco le quattro fasi necessarie per darsi degli obiettivi efficaci.
Fase 1
La prima fase è quella di avere un quadro complessivo dei compiti tecnici e tattici degli atleti a disposizione e del team nel complesso, nonché dei suoi “competitor”, ovvero delle formazioni con cui dovrà confrontarsi.
Fase 2
Una volta chiaro il quadro personale e tecnico di riferimento possiamo provare a stabilire gli obiettivi. Tieni conto che l’obiettivo può essere di breve (uno o due mesi), medio (sei mesi) o lungo termine (una stagione agonistica), e che un atleta ha bisogno di porsi obiettivi di tutti e tre questi tipi. Inoltre l’obiettivo potrà essere tecnico, tattico o mentale.
Inizia a buttare giù qualche aspetto (massimo 4/5) che meriterebbe di essere migliorato facendo una tabella che preveda su un’asse il tempo (breve, medio e lungo termine) e sull’altra la tipologia (tecnico, tattico, mentale).
Fase 3
Una volta sicuri di aver ricompreso nella tabella gli aspetti più importanti dobbiamo misurare la prestazione attuale relativamente a tali aspetti. Per alcuni sport questo può essere relativamente semplice, ma per sport che sono di squadra, combinano gesti tecnici “aperti” e presentano componenti tattiche di un certo rilievo, questa valutazione più non esserlo affatto. Dunque è necessario dare una sorta di voto di “partenza” (direttamente se sei un tecnico con competenze corrispondenti all’aspetto in gioco, altrimenti sarà necessario chiedere aiuto all’allenatore che si occupa di tale aspetto) e poi fissare un voto di “arrivo”.
Infine scrivete questi due voti nella stessa casella dove avete scritto l’aspetto in questione.
Ecco, avete appena fissato un obiettivo.
Fate la stessa cosa anche per le altre voci presenti in tabella.
Fase 4
Controllate che gli obiettivi fissati siano:
- significativi,
- stimolanti (e qui conta la conoscenza degli aspetti personali e di gruppo descritti in premessa),
- misurabili,
- difficili ma non irraggiungibili,
- di miglioramento e non di risultato (il risultato non è da noi controllabile, il miglioramento sì).
Una volta concluso il lavoro di revisione, scegliete due/tre obiettivi prioritari (non di più).
Qualche consiglio
Due consigli prima di cominciare a lavorare sui vostri obiettivi:
- Cominciate da un obiettivo a breve termine, che darà certamente una spinta in più in termini di autostima, per poi passare ad obiettivi di durata più consistente;
- Fissate delle scadenze (ad esempio una volta al mese) per aggiornare la situazione e se del caso aggiornare gli obiettivi (che non devono essere considerati immutabili, perché anche le condizioni di partenza non lo sono…).
Buon lavoro!
Vedi anche Cosa deve fare un allenatore per creare una squadra vincente
Semmai il problema è individuare un obiettivo (e non a caso nel gergo militare si utilizza questo termine) da colpire o raggiungere.
Nello sport invece spesso sentiamo squadre o singoli agonisti darsi obiettivi generici tipo “migliorare la tecnica” oppure “avere una classifica più alta”. In alcuni casi, addirittura, si lavora senza un obiettivo, neanche abbozzato.
E invece si tratta di uno dei punti chiave della preparazione mentale in ambito sportivo. Capire bene cosa si vuole ottenere, in quanto tempo e con quale strategia accresce notevolmente le possibilità di avere successo e permette al team di avere un quadro preciso di quello che da semplice desiderio deve diventare un progetto con determinate caratteristiche.
Il problema di fondo che uno deve affrontare è sconfiggere un sistema perdente.
Una delle cose più difficili nell’allenare è far superare la sensazione
che si giocherà per perdere.
(Tom Landry)
Premessa
Prima di lavorare sulla definizione degli obiettivi è necessario fare chiarezza sulle nostre scelte e sul processo decisionale che le accompagna, perché se anche c'è la spinta motivazionale giusta per lavorare su un obiettivo ma viene a mancare il metodo oppure si sbagliano i tempi allora vanifichiamo tutti gli sforzi e le energie impiegate.
Per agevolare il lavoro, ecco un elenco di fattori che possono influire e che quindi vanno tenuti presente:
- l'importanza del compito
- il pensiero delle conseguenze positive o negative
- l'interessamento di altre persone (compagni, staff, allenatore, famiglia, amici)
- le esperienze vissute in prima persona dai giocatori
- le aspettative di successo
- la capacità di tenere sotto controllo la situazione
- la fiducia in sé e nelle proprie capacità
- l'abilità nell'affrontare e risolvere i problemi.
Solo chi conosce bene i soggetti interessati, e magari a seguito di un colloquio specifico, oppure chi ha le dovute competenze per valutare questi aspetti, può fare questa analisi di base.
Tenendo conto di quanto appena detto, ecco le quattro fasi necessarie per darsi degli obiettivi efficaci.
Fase 1
La prima fase è quella di avere un quadro complessivo dei compiti tecnici e tattici degli atleti a disposizione e del team nel complesso, nonché dei suoi “competitor”, ovvero delle formazioni con cui dovrà confrontarsi.
Fase 2
Una volta chiaro il quadro personale e tecnico di riferimento possiamo provare a stabilire gli obiettivi. Tieni conto che l’obiettivo può essere di breve (uno o due mesi), medio (sei mesi) o lungo termine (una stagione agonistica), e che un atleta ha bisogno di porsi obiettivi di tutti e tre questi tipi. Inoltre l’obiettivo potrà essere tecnico, tattico o mentale.
Inizia a buttare giù qualche aspetto (massimo 4/5) che meriterebbe di essere migliorato facendo una tabella che preveda su un’asse il tempo (breve, medio e lungo termine) e sull’altra la tipologia (tecnico, tattico, mentale).
Fase 3
Una volta sicuri di aver ricompreso nella tabella gli aspetti più importanti dobbiamo misurare la prestazione attuale relativamente a tali aspetti. Per alcuni sport questo può essere relativamente semplice, ma per sport che sono di squadra, combinano gesti tecnici “aperti” e presentano componenti tattiche di un certo rilievo, questa valutazione più non esserlo affatto. Dunque è necessario dare una sorta di voto di “partenza” (direttamente se sei un tecnico con competenze corrispondenti all’aspetto in gioco, altrimenti sarà necessario chiedere aiuto all’allenatore che si occupa di tale aspetto) e poi fissare un voto di “arrivo”.
Infine scrivete questi due voti nella stessa casella dove avete scritto l’aspetto in questione.
Ecco, avete appena fissato un obiettivo.
Fate la stessa cosa anche per le altre voci presenti in tabella.
Fase 4
Controllate che gli obiettivi fissati siano:
- significativi,
- stimolanti (e qui conta la conoscenza degli aspetti personali e di gruppo descritti in premessa),
- misurabili,
- difficili ma non irraggiungibili,
- di miglioramento e non di risultato (il risultato non è da noi controllabile, il miglioramento sì).
Una volta concluso il lavoro di revisione, scegliete due/tre obiettivi prioritari (non di più).
Qualche consiglio
Due consigli prima di cominciare a lavorare sui vostri obiettivi:
- Cominciate da un obiettivo a breve termine, che darà certamente una spinta in più in termini di autostima, per poi passare ad obiettivi di durata più consistente;
- Fissate delle scadenze (ad esempio una volta al mese) per aggiornare la situazione e se del caso aggiornare gli obiettivi (che non devono essere considerati immutabili, perché anche le condizioni di partenza non lo sono…).
Buon lavoro!
Vedi anche Cosa deve fare un allenatore per creare una squadra vincente