Fate regali ai vostri atleti!

 

Ci avviciniamo a Natale, e a Natale tradizionalmente facciamo dei regali. Spesso il “regalo” viene messo alla sbarra come diseducativo, perché contrario al meccanismo impegno-ricompensa che dovrebbe riguardare ogni azione formativa, a quindi anche quella sportiva. È pieno di scene cinematografiche nelle quali durissimi coach non solo non regalano, ma anzi pongono volutamente innumerevoli ostacoli sul cammino dei loro allievi. 


E invece voglio rompere questo dogma. Tale concezione infatti si basa sul presupposto (corretto) secondo il quale ogni cosa che arriva senza essersela direttamente conquistata è nociva perché abituerebbe il soggetto ad ottenere risultati senza metterci il dovuto impegno. Eppure, come tutti i dogmi, nell’applicazione pratica anche questo principio se portato avanti con fanatismo porta con se storture e ingiustizie.

Ad esempio, se un ragazzo delle giovanili di una squadra di basket si allena con dedizione e ottiene una forte crescita tecnica e tattica improvvisa in grado di portarlo prima del previsto al livello della prima squadra, perché non consentirgli di fare esperienza con la formazione maggiore un anno in anticipo rispetto a quanto preventivato?

Allo stesso modo se un giovane tennista ha dimostrato negli ultimi mesi grande impegno ottenendo sensibili miglioramenti al punto che il suo livello di gioco appare adesso al livello della categoria superiore rispetto alla propria, perché non “regalargli” una wild card che gli consenta di confrontarsi direttamente con giocatori più forti di quanto non dica la sua attuale classifica?

In questo caso infatti non si lede il paradigma impegno-ricompensa sopra citato perché l'impegno e la crescita ci sono effettivamente stati. Si tratta solo di rivedere in corsa l'ambito pratico nel quale ci si muove (cambio di categoria, ad esempio) con l'obiettivo di ottimizzare il percorso di crescita e gratificare allo stesso tempo il buon lavoro svolto. Naturalmente la cosa va spiegata bene proprio per evitare che un messaggio sbagliato rovini le buone intenzioni. Inoltre va tenuto sotto controllo il "dosaggio" di questi regali, affinché l'atleta non si svincoli troppo dall'obiettivo del risultato sul campo, che rimane un punto fermo concettuale di ogni percorso sportivo.

Forse, a pensarci bene, più che regali sarebbe più corretto chiamarle possibilità, che è qualcosa di diverso rispetto al semplice ottenimento di un premio o un risultato. Per una volta però, visto che siamo a Natale, chiamiamoli regali.

E allora, in questi giorni fate dei regali ai vostri atleti! Ovviamente soprattutto a coloro che se li sono meritati...

E buon Natale a tutti!