Spesso si parla di obiettivi e impegno, come se queste due cose fossero tutto ciò che serve come base per un buon approccio mentale allo sport. Certamente sono pilastri senza i quali non si va da nessuna parte, ma non sono tutto, sono necessarie anche un altro paio di condizioni essenziali. Una di queste è la disponibilità ad imparare.
Un atleta che vuol raggiungere i propri obiettivi infatti deve essere sempre pronto ad imparare da ciò che sta facendo durante la sua esperienza sportiva, sia in allenamento che in gara. Non basta infatti solo essere motivati ed impegnarsi al massimo durante le sessioni di allegamento e in gara perché in moltissimi sport, molto più di qualche tempo fa, si richiede non solo la qualità atletica e tecnica ma anche una conoscenza approfondita del gioco e delle sue dinamiche. Questo atteggiamento mentale consente alla fine di avere qualcosa in più rispetto agli altri.
Perché quel centrale sembra sapere sempre dove alzerò la palla? Perché quell’avversario si trova sempre in posizione migliore della mia prima della volata? Perché la settimana scorsa riuscivo a colpire perfettamente la palla con il rovescio e oggi non ci riesco? Siate sempre mentalmente aperti a domandarvi cosa sta accadendo (e cosa è appena accaduto…) e cercate la risposta corretta. E però adesso mi direte: come posso applicare in pratica questo principio?
Ed eccovi tre suggerimenti:
1. Tenete gli occhi aperti e osservate con attenzione tutto ciò che vi accade intorno mentre praticate il vostro sport. Si chiama “attivazione cognitiva” e si contrappone alla vecchia cattiva abitudine di allenarsi (e a volte anche disputare la competizione) senza pensare troppo a ciò che si sta facendo. Se mettete la massima attenzione all’esercizio che state svolgendo lo farete meglio, e incidentalmente rischierete meno infortuni perché sarete costretti ad “ascoltarvi”. Inoltre se osserverete ogni dettaglio del gioco che vi circonda capirete sempre qualcosa in più che vi potrà servire in gara.
2. Ricordatevi di chiedere consiglio ai compagni di squadra. I compagni di squadra non sono avversari ma atleti come voi che almeno su qualche aspetto della vostra disciplina potrebbero saperne di più o almeno darvi un punto di vista diverso. Soprattutto coloro che da più tempo praticano il vostro sport avranno certamente un bagaglio di esperienza che rappresenta anche un’occasione da non farsi sfuggire. Sfruttate questa “banca dati” a costo zero che vi circola continuamente accanto per capire sempre di più il gioco che amate.
3. Parlate con i vostri allenatori tecnici o con gli altri membri dello staff. Questa è la vostra migliore fonte formativa, che fra l’altro al contrario dei libri è dinamica, interattiva e personalizzata. Perché ci dovremmo privare di questa fonte per migliorare le nostre performance? Dunque non peritatevi a chiedere e a dialogare con i vostri tecnici, che come voi sono probabilmente appassionati del vostro sport e sono preparati proprio per (tra le altre cose) trasmettere il loro sapere.