Come aumentare l’autostima dei bambini attraverso lo sport: lo strumento del successo

In un precedente articolo avevamo parlato dell’uso delle parole e della loro importanza. Oggi, però, parliamo di un altro strumento, altrettanto eccellente per far aumentare l’autostima dei nostri  bambini: il successo.



 Anche questo strumento è particolarmente potente e pericoloso allo stesso tempo. Potente perché il successo presuppone una sfida superata, e cioè una grande iniezione di fiducia per il bambino. Pericoloso perché se non ben utilizzato può essere addirittura controproducente per la sua autostima. Vediamo dunque quali sono le cose da tener presente quando si cerca di utilizzare la strategia del successo per aumentare l’autostima dei bambini.


1. Scegliere il compito giusto: ogni bambino ha delle capacità, e in qualità di educatori sportivi voi dovete conoscere in maniera precisa le competenze dei vostri ragazzi. Se non ne siete sicuri, fate prima qualche test d’ingresso, affinché possiate saperlo. È un presupposto decisivo, non potete non tenerne conto. In base alle loro competenze, scegliete una sfida che sia tale. Dare un compito troppo facile non serve a nessuno. Anzi, rischiate di perdere la fiducia che il bambino ha nei vostri confronti, perché è bene essere chiari su una cosa: il bambino, e in particolare quello con poca autostima, si accorge subito se un compito assegnatogli è troppo facile. Ma anche assegnargli un compito troppo difficile, è intuitivo, rappresenta un grave errore, forse ancora più grave del primo caso perché otterrebbe un effetto contrario, ovvero una perdita di autostima.

2. Valutare il tempo a disposizione per superare la sfida: ogni compito ha un tempo a disposizione per essere completato, giusto? Voi avete scelto il compito da svolgere, uno di quelli non troppo difficili ma nemmeno troppo facili. Adesso dovete scegliere quanto tempo dare per riuscire a svolgerlo. Tenete conto che più è bassa l’autostima del bambino e meno tempo dovete dare. In altre parole più passa il tempo e più alta è la possibilità che il bambino si scoraggi e abbandoni l’impresa, perciò non scegliete compiti che per essere svolti necessitano di più sessioni di lavoro. Ideale sarebbe un compito per il quale il bambino si accorge subito di essere in grado di completarlo, ma che è necessario metterci un po’ di impegno, e che durante la presente sessione di lavoro può essere svolto. Non ditegli però tutte queste cose (vedi il precedente articolo sull’uso delle parole), altrimenti gli metterete troppa pressione addosso. Lasciate che si approcci tranquillamente al compito, e vedete come reagisce;

3. Rendete l’obiettivo graduato: quando a scuola si svolge un compito, per questo generalmente riceviamo un voto. Ecco, questo voto quasi sempre non prevede due sole possibilità, superato o non superato, ma al contrario prevede tutta una scala di risultati (numerici o di diverso tipo). Ecco, alla stessa maniera potete graduare l’obiettivo dando dei giudizi comprensibili al bambino. Ad esempio potete dire “se ci riesci una volta sei stato abbastanza bravo, se lo fai due volte sei stato bravo, tre volte bravissimo, cinque volte un supereroe!” In questa maniera potete più facilmente evitare sensazioni di fallimento, e allo stesso tempo non darvi troppa responsabilità sull’esatta scelta del compito.

Questi appena descritti sono tre punti fondamentali da ricordare quando preparate il lavoro da assegnare ad un bambino che viene a fare sport, e in particolare ad un bambino con scarsa autostima. È vero, ci sono anche i compagni, c’è il gruppo, fatto di bambini diversi con diverse competenze e attitudini, e anche questo influisce sul bambino. Ma questo è un altro discorso, che affronteremo a parte.

Nel frattempo buon lavoro.